Skip to content

Caratteri Concentrici della Divina Commedia

2019

L'immagine rappresentata nello schermo è stata creata con uno script progettato appositamente.

Mostra a Modena

Exibitions

LOGIN ERA Offici (MODENA) – 22 GENNAIO, 19 MARZO

ARTISTART! Concorso internazionale di arte contemporanea / iPazzi (Pisa) 01/19

 

L’immagine rappresentata nello schermo è stata creata con uno script progettato appositamente. In netto contrasto con l’inesorabile lentezza dell’uomo nell’apprendere e nello scrivere, questo script si occupa di processare in tempo reale il testo della Divina Commedia di Dante. Lo script conta il numero di occorrenze di ogni carattere e, in base alla sua frequenza, lo dispone sullo schermo: i quadrati concentrici mostrano i caratteri più frequenti al centro, e via via uscendo quelli meno usati.

Il computer, quindi, tramite lo script riesce a processare in tempo reale l’intera Divina Commedia, decostruendone la forma per riassemblarla in un prodotto completamente nuovo. Ma il computer è sostanzialmente un raffinato sasso a cui abbiamo insegnato a fare calcoli: non è in grado di comprendere il testo letterario. Una persona potrebbe impiegare mesi, o anni, per leggere e comprendere l’intero testo, ma sarebbe in grado di farlo; un computer, no (o, almeno, non ancora).

Quello che per una persona è uno dei testi fondanti della lingua e della letteratura italiana, per il computer è un insieme di bit da riordinare secondo uno script pre-impostato per produrre un altro insieme di bit, che comunque il computer non è in grado di analizzare semanticamente. Ed è invece la persona che riesce a dare nuovamente senso a questo significante: quell’insieme di lettere ha un suo ordine – all’esterno ci sono le lettere meno utilizzate nella Divina Commedia, mentre andando verso l’interno, in una sorta di discesa fra i gironi di caratteri, vengono a trovarsi le lettere utilizzate con maggiore frequenza.

Al centro, infine, si trova la lettera in assoluto più utilizzata, che è al contempo quella meno rappresentata dalla macchina nella sua elaborazione, in un paradossale gioco illusionistico in cui l’elemento più importante del testo originale è anche quello che la macchina ha riprodotto meno volte, ma che è stato posto al centro per mostrarne, appunto, l’importanza per chi sia in grado di comprendere il significato di questo nuovo significante prodotto dal computer.